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L'informazione online ora si paga. Il New York Times diventa a pagamento

Nel futuro del Web la strada che percorreranno i grandi Giornali Online sembra tracciata; si dovrà pagare per leggere gli articoli. Ed è così che avviene da diverso tempo per il sito del Wall Street Journal, a cui tra qualche giorno si conformerà il New York Times. Da anni si parla di "informazione a pagamento" e, potete starne certi, non passerà tantissimo tempo prima che grossi editori ed anche famosi blog si adegueranno.

Tutto nasce da un "insufficenza" di risorse, che principalmente seguendo quello che fa la tv, basa la sua "ragion d'essere" per gran parte negli introiti sulla pubblicità. Anche se in leggera crescita, l'investimento pubblicitario sul web non è sufficiente, e la strada che sembra più semplice percorrere è "l'abbonamento alla notizia".

Il New York Times sfiora i 30 milioni di visitatori al mese, e finanziariamente basa i suoi introiti sulla pubblicità che raggiunge cifre che si aggirano sui 100 milioni di dollari l'anno. Una cifra molto alta che comunque non garantirebbe stabilità economica. Il New York Times aveva lanciato undici anni fa l'accesso a pagamento ai propri contenuti, ma abbandonò l'iniziativa nel 2002. Poi mise a punto un'offerta premium di contenuti web acquistabile con carta di credito al costo di 49 dollari l'anno. Il pacchetto si chiamava Times Select e comprendeva editoriali e commenti. Risultato delundente; abolito circa tre anni fa. Nonostante cià il sito newyorkese ci riprova, imponendo a chi voglia leggerne i contenuti un abbonamento.

Tanto per cronaca, un fallimento eccelente fu quello del El Paìs che fu il più accanito sito in Europa sulla linea "si paga tutto" sino a due anni fa, quando decise di tornare alla gratuità dopo aver visto El Mundo diventare il sito d'informazione leader quasi induscusso in Spagna. .

Quanti "produttori di informazione" seguiranno questa strada in questo 2011 è un incognita; ma c'è chi scommette, nonostante alcune stime (solo il 15% degli abituali visitatori sottoscriverebbe un abbonamento), che altri grandi siti di di informazione online si appresterebbero ad adottare sistemi simili.

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