C’è un panda in più in mezzo a noi. E non è l’animaletto tanto carino dal color che sa di Juventus, ma il nuovo aggiornamento dell’algoritmo di Google che si presenta come la panacea di tutti i siti cattivi che grazie a tecniche particolari (non chiamatele scorrette) riescono a mostrare le proprie pagine nelle serp prima di altre probabilmente più valide, complete e attinenti alla ricerca effettuata.

Purtroppo, tutti gli annunci di questi mesi, ora che è attivo anche in Italia, si scontrano con una realtà molto diversa da quanto prospettato.

Infatti, nonostante sia ancora presto per trarre conclusioni, sembra che ben poco sia cambiato e che il Panda, almeno da noi, abbia fatto flop. Quel 6-9% di ricerche, come citato nel post del blog ufficiale di google, che dovrebbero mostrare siti validi ai primi posti, io non sono riuscito a scovarle. Ancora presenti infatti sono i siti delle grosse aziende italiane che grazie all’acquisto di link e l’utilizzo massivo di keyword ricercate non si sono mosse da lì. Se il panda agisce in modo istantaneo dopo il rilascio (il 12 agosto l’annuncio ufficiale), sembra che in Italia solo Santi e Beati affollano le ricerche nella versione italiana del motore di ricerca; son tutti ancora lì le content farm, i siti spammoni, ed i copioni del web.

Il periodo comunque non è certo adatto per valutare gli effetti di questo aggiornamento, e se aggiungiamo che anche Google Analytics ha cambiato le metriche riguardo ai visitatori che raggiungono i nostri siti, non ci resta che aspettare la metà di settembre per valutare.

Premettendo che non è detto, nè tantomeno scontato, che chi vincerà sia migliore di chi avrà perso, oggi sembra un dato di fatto che il panda non sia quanto di meglio una grossa azienda come google possa mettere in campo per mantenere il proprio monopolio nelle ricerche. Google pare ignorare ciò che i webmaster suggeriscono oltreoceano, e la qualità delle ricerca sembra diffusamente più scadente. E' questa la prima impressione dopo l'aggiornamento internazionalizzato.

In rete già si trovano alcuni post  che presumono di aver capito tutto, e mi auguro che diffidiate di chi oggi trae già le sue conclusioni. Ancora negli States dibattono l'argomento a diversi mesi dall'avvento del Panda, e nessuno è ancora riuscito a capire come agisce e quali siano le contromisure a questo update... figuriamoci in Italia, paese di poeti, suonatori e "cantastorie". Ora ti consiglio di leggere un post di Aprile 2011 dal titolo  "Sopravvivere al Panda Update" che ho scritto mentre mi informavo su webmasterword su quali potessero essere i motivi che potevano portare a una penalizzazione. Io li leggo non come la cura al panda, ma come buona base conoscitiva su cosa possiamo fare per rendere migliore il nostro sito agli occhi dei visitatori; che poi, è quello che conta più di ogni altra cosa.

Resta il fatto che oggi, su questo update che giunge nel nostro paese, non possiamo trarre nessuna conclusione e nemmeno considerazioni di sorta. Perché dico questo?

Semplicemente perché siamo ad agosto, il mese che in generale vede cali generalizzati per tutti, dove la gente che in Italia si collega principalmente dall’ufficio è al mare o in montagna in cerca di refrigerio. Avere cali che variano dal 30 al 50 % è normale in questi giorni, e se la tua posizione in serp per le key più importanti è rimasta invariata è chiaro che il calo non è dovuto al panda ma a questo caldo pazzesco che allontana tutti dal Pc tranne quei pazzi come noi che appena appreso dell’aggiornamento siamo tutti davanti al computer a verificare, analizzare, studiare non si sa bene cosa….

Se vedi qualche calo nei tuoi siti, non è il momento di prendere consiglio su cosa fare per ripristinare la situazione o cominciare a modificare non si sa bene cosa. Per adattarlo alle novità del monopolista Google ne riparliamo con calma a settembre!!

Fatti la tua vacanza e fregatene di Google….  tanto è il primo lui che se ne fregherà dei tuoi sforzi...