Per cybersquatting si intende quel fenomeno riferito ad un illecita attività di acquisizione della titolarità di nomi a dominio corrispondenti a marchi di aziende leader sul mercato - anche nomi di personaggi celebri -, al fine di realizzare un lucro derivante da una successiva vendita a prezzi esorbitanti a chi li richieda per diritto legittimo all'utilizzo nel diffondere il suo brand. Anche in Italia il fenomeno è abbastanza diffuso tanto da dover fare un accenno a cosa può fare un azienda che vede il suo Brand "inquinato" da un altro individuo che ne sfrutta il nome per i suoi interesse personali, sopratutto economici.
Il domain grabbing si è diffuso negli Stati Uniti alla fine degli anni novanta. Lo scopo di tale attività non è solo quella di acquistare nomi a dominio per poi rivenderli, ma anche deviare e sfruttare il traffico web generato sul sito web dell'azienda presa di mira. La giurisprudenza ha riconosciuto ai nomi a dominio, una forte valenza distintiva in grado di assurgere, di pari passo con lo sviluppo dell'economia digitale, il ruolo di segno distintivo importante. Il nome a dominio o domain name rappresenta dunque il nome con cui viene indicato e riconosciuto un dominio e, altrettanto, rappresentare una azienda, quanto un prodotto.
Un esempio recente di cybersquatting riguarda il lancio del iPhone della Apple. In contemporanea all'uscita britannica del smartphone Apple, decine di domini hanno scelto nel nome Apple. Ancora più clamorosa è stata la notizia della registrazione di circa 10.000 domini .eu intestati ad un unica persona, la cinese Zheng Qingyin, poi bloccati dall'organizzazione che gestisce i domini .eu, la EURid.
La registrazione di un nome a dominio è un'operazione abbastanza semplice ed economica ma da un punto di vista normativo nel buon esito di un acquisto è utile ricordare che comunque le regole italiane vigenti proibiscono espressamente la possibilità di poter operare sul domain name qualsiasi atto dispositivo come la vendita e l'affitto. Però l'acquisto di un dominio nel nostro paese, e consolidato dopo l'invio della Lar, può essere annullato quando un domain name viene "preteso" da chi ne detiene il marchio (basta solo che il nome dell'azienda, o un prodotto realizzato dalla stessa, abbia lo stesso nome contenuto nel domain name). In Italia un'azienda che vede il proprio brand utilizzato da altri può procedere con una trattativa commerciale, ricorrere alla procedura di riassegnazione; attuare un ricorso all'arbitrato irrituale. Nel caso non si riesca a riconquistare il proprio brand online si può intentare un procedimento ordinario presso un Tribunale della Repubblica.
Quindi ricorda che se fai shopping di nomi a dominio - come me -, quando ne acquisti uno non devi mai pensare che sia tuo per sempre...
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