In periodo di Panda Update.... non potevano mancare questi teneri animaletti nel doodle dedicato oggi alla Giornata della Terra... al rispetto dell'ambiente ed alla salvaguardia del nostro meraviglioso pianeta.
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Parliamo ancora del Panda Update, l'aggiornamento dell'algoritmo che ha il compito di classificare i siti web che Google inserisce nel suo indice. Anche se l'intenzione di questo aggiornamento è "sincero", purtroppo, alcuni buoni siti sono stati colpiti dal Google Panda Update. Analizzando un pò la situazione su Google.com, e leggendo qualche blog in lingua, trovo spesso le stesse indicazioni su come aggirare questo aggiornamento cercando di uscirne immuni e mantenere le posizioni che con lavoro e sudore abbiamo ottenuto...
Manca poco all'implementazione anche in Italia da parte di google del nuovo update che tende a penalizzare nelle serp del motore di ricerca i siti che copiano, riprendono e ripubblicano contenuti che vengono prima pubblicati su altri siti web. Google Caffeine ha velocizzato l'indicizzazione di nuovi articoli, e si può dire che Google Panda Update ne è il figliastro che ha il compito di individuare i siti di bassa qualità che più che fornire utili indicazioni, approfondimenti, analisi di argomentazioni valide, pubblicano contenuti che hanno il solo scopo di scalare le serp del motore accapparrandosi visite non certo meritate.
L'annuncio del nuovo update, che prende il nome dal tecnico Google che lo ha sperimentato, è stato annunciato a fine febbraio ed è operativo al momento solo in Usa, e solo su Google.com.
L'algoritmo modificato ha lo scopo di classificare meglio la qualità dei siti e dare spazio solo a chi realmente da un valore aggiunto all'argomento trattato. Ora, il dubbio su come un algoritmo riesca a distingure la "qualità di un contenuto" è un mistero, ma le prime considerazioni che dal 24 febbraio si susseguono in rete analizzando le serp statunitensi non sono del tutto positive. Infatti, alcune content farm che questo nuovo update doveva colpire hanno addirittura guadagnato posizioni e visite mentre siti importanti che fanno dell'unicità e originalità del contenuto un principio del loro lavoro hanno perso posizioni, visite, e sopratutto introiti importanti.
La situazione statunitense è molto diversa da quella nostrana, dove di content farm vere e proprie non ve ne sono molte. Negli USA invece spopolano i siti di dubbia valenza, mentre qui da noi perlopiù chi rischia grosso sono i copioni, gli aggregatori, i siti di Article Marketing e di comunicati stampa, le directory e probabilmente anche gli e-commerce che pubblicizzano prodotti ed utilizzano le stesse descrizioni che i produttori hanno nelle loro presentazioni.
Questo non significa che tutti gli altri siti siano immuni e visto il rischio di vedersi penalizzati i propri siti è utile che sin da ora ci si ponga osservando le nostre creature alcune domande:
Il mio sito è interessante per chi lo visita?
I miei contenuti hanno una gerarchia utile?
Chi approda nel mio sito quanto tempo permane su di esso, e quante pagine visita?
Cerco di scrivere per gli utenti oppure lo scopo è quello esclusivo di trovare le parole chiave più ricercate?
I miei articoli sviscerano l'argomento di cui trattano, o sono solo un accozzaglia di parole chiave?
Quanta pubblicità hanno le mie pagine? è fastidiosa o si integra bene?.... ce ne sarebbero altre di domande, ma già queste (se viste con obbiettività) possono dare indicazioni riguardo alla presunta influenza sul sito del nuovo update.
Del nuovo algoritmo una cosa sembra certa: l'analisi sarà fatta sulle pagine, e non sull'intero dominio. Bastano poche pagine inutili che tutto il sito potrà subire un calo di visite dal motore di ricerca per la perdita di posizioni importanti nella classificazione che google mostrerà nelle serp dopo l'introduzione del Panda Update. Attendiamo che anche in Italia il nuovo algoritmo sia operativo per trarre altre considerazioni, ma, nel frattempo, essere obbiettivi nella valutazione dei nostri siti potrà metterci nelle condizioni di affrontare il cambiamento nel modo migliore.
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La "personalizzazione dei risultati di ricerca", cronologicamente parlando, ha assunto significati diversi dipendenti dalla sempre più affinata tecnica di assimilazione, conservazione e utilizzo dei dati raccolti. Oggi i risultati di ricerca personalizzati che vediamo sono fortemente influenzati dal nostro comportamento online, ma qualche anno fa non era proprio così.
Da diverso tempo i motori di ricerca sono sempre più "concentrati" nell'aggregare ed analizzare i dati di un numero sempre maggiore di persone per migliorare la pertinenza generale dei risultati. L'utilizzo di tecniche di analisi basate sulla link popularity o, quasi all'opposto, coi sistemi di filtraggio collaborativo, nei risultati mostrati per determinate ricerche c'è sempre più "qualcosa di noi". Anche il PageRank è una forma di analisi aggregata; è un conteggio dei "voti" dato dai creatori di contenuti tramite i link.
Google ha iniziato con la cronologia di ricerca a monitorare gli utenti che accedono con un account Google. Siamo nell'aprile del 2005. Nel mese di giugno dello stesso anno ha introdotto la ricerca personalizzata in base alla cronologia di ricerca presentandolo come un esperimento di Google Labs.
La ricerca personalizzata studiata dal Labs di Google diventò, ad inizio 2007, una funzionalità a disposizione di tutti gli utenti. Inizialmente però, la personalizzazione delle ricerche rimaneva in gran parte basata sulla cronologia di ricerca e sui risultati che si tendeva a scegliere. Vi ricordate (!) il segnalibri di Google?
Nel mese di aprile 2007 Google ha notevolmente ampliato le informazioni acquisite sugli utenti, andando oltre il semplice monitoraggio della cronologia delle ricerche iniziando il monitoraggio sulla navigazione "su tutto il web" mentre si è loggati. Questo enorme aumentato di dati raccolti da Google, già ai tempi, poteva essere utilizzato per ottimizzare i risultati di ricerca personalizzati.
Alla fine del 2009, Google ha informato che la personalizzazione dei risultati di ricerca era per tutti, sia se collegati a un account Google o meno. Questo notevole cambiamento, in due parole, significa che non c'è più alcuno standard tassonomico di insieme nei risultati che Google propone per una determinata query.
Recentemente poi, Google ha sperimentato altre implementazione nei risultati di ricerca basandosi sempre sulla raccolta di dati degli utenti e concentrando l'attenzione principalmente sulla loro geolocalizzazione.
Leggi tutto: La Ricerca Personalizzata di Google | La cronostoria
Eccolo il tanto atteso aggiornamento del pagerank. Da ieri infatti, 20/01/2011, la barretta verde della Google Toolbar ha iniziato a sballottare i suoi famosi "punti pagerank" di numerosissimi siti. Questo nuovo update, dicono alcuni, è iniziato negli ultimi giorni di dicembre, ma da ieri il numero di pagine web che vedono perdere o guadagnare punti sono tantissime.
Il pagerank di google può essere inteso come un indice di popolarità di un sito web, o meglio, di una pagina web, sulla rete. Anche se, vista la relativa facilità di manipolare il pagerank, è noto da tempo che non sempre un sito web con un pagerank alto è da considerarsi a priori un sito di successo o un sito di qualità ma è sempre un momento importante l'update del Pagerank, perchè fa parlare di se a livello mondiale.
Leggi tutto: Aggiornamento Pagerank 2011 | A gennaio il primo Update dell'anno
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